VegUr

Keep going and rise again

Non è importante quando o come, l’importante alla fine è trovare la Strada e perseguirla anche quando questo vuol dire operare cambiamenti così profondi che paragonabili al binomio morte- rinascita. 

Un conto è conoscere il sentiero, un’altro è imboccarlo (cit. Morpheus – Matrix) e perseguirlo.

…Quindi mantieni la rotta anche se questo vuol dire morire nuovamente perché la rinascita sarà Luce. 

Come la Fenice che dalle sue ceneri risorge più splendente che mai, anche noi usiamo il Fuoco per tramutare, purificare e donare in fine Nuova Vita posizionando noi stessi in una nuova direzione: quella corretta, in armonia con l’universo, la nostra essenza e le vibrazioni più alte.

Possiamo tutti rinascere dalle nostre proprie ceneri come l’ uccello mitologico simbolo dei cicli di “morte e rinascita” naturali ed evolutivi, mezzo attraverso cui natura e uomo si evolvono continuando a esistere. 

Fenice deriva dal greco Phòinix, che significa “purpureo” ovvero di colore rosso porpora, poiché nelle tradizioni dei miti antichi spesso la feniceveniva rappresentata come un uccello infuocato… ovviamente! Tutti conosciamo i poteri del fuoco (trasmutazione, purificazione, passione, impeto, vita…).

Sono proprio la lunga Vita e la sua così drammatica rinascita dalle proprie ceneri, a fare della Fenice un potentissimo simbolo di Rinascita Spirituale e di compimento della Trasmutazione Alchemica (processo Misterico equivalente alla rigenerazione umana, tanto che “Fenice” era il nome dato dagli alchimisti alla pietra filosofale).

Il primo in occidente a citare la Fenice è Erodoto, il quale asserisce che questo meraviglioso animale mitologico proviene dall’Egitto, da qui l’aggettivo di araba.
Il mito dell’Araba Fenice quindi arriva in occidente dall’antico Egitto, che in quelle terre era conosciuta con il nome di Bennu.
La Fenice Bennu oltre alla ciclicità della vita ovvero morte e resurrezione quindi eternità dello spirito, è anche connessa e associata al sole: veniva rappresentata con l’emblema del disco solare.

Nell’antico Egitto aveva le sembianze di un passero inizialmente e poi di un airone cenerino, infatti nel mito Egizio risorgeva dalle acque e non dal fuoco.

Nella cultura ellenica l’Araba Fenice è sempre connessa agli stessi concetti già espressi, ma diventa un uccello dalle piume purpuree con le sembianze di un aquila.

Il simbolo della Fenice si trova in molte culture solo con nomi e descrizioni diverse (ad esempio nell’ebraismo è chiamata Milcham), ma il suo messaggio, ciò che rappresenta (l’immortalità dello spirito) rimane costante malgrado le disparate collocazioni geografico-storico-culturali.

La Fenice di questo talismano, ha però un ulteriore rimando grafico moto chiaro ed è quello all’Uroboro.

L’Ouroboros (detto anche Uroboro, Oroboro, Oroborus, Uroboros, Uroborus, Ourorboros) è un simbolo molto antico raffigurato da un Serpente che si morde la coda, formando così un Cerchio: un Serpente che si ricrea continuamente. 

Associato all’alchimia, all’ermetismo e allo gnosticismo, questo simbolo rappresenta la teoria dell’Eterno Ritorno, la natura ciclica di tutte le cose, tutto ciò che dopo aver raggiunto la propria Fine, ricomincia dall’Inizio ancora una volta, all’infinito. 

Altro collegamento abbastanza immediato all‘Uroboro è quello allo Yin e Yang, simbolo quest’ultimo, della natura dualistica di tutte le cose e degli opposti che si completano a vicenda.

Come scrivo all’inizio l’importante alla fine è trovare la strada e perseguirla… e nessuna bussola è più potente del Vegvisir (antico simbolo magico ritrovato soltanto in Islanda , ma di assoluta importanza per la cultura nordica era aveva proprio la funzione di bussola per orientarsi in mare quanto nell’intimo della propria interiorità)

La parola Vegvisir è formata da due parole islandesi: Veg e Vísir. 

Veg è un abbreviativo di “Vegur” e significa “strada” o “percorso”, e “Vísir” sta per “guida” o “guide”.

“Se qualcuno porta con sé questo simbolo, non perderà mai la propria strada nella tempesta o nel cattivo tempo, anche se percorre una strada a lui sconosciuta”

Questa la frase ritrovata in un antico manoscritto, denominato Manoscritto Huld in riferimento al Vegvisir disegnato tra le pagine.

Una sorta di bussola runico-salomonica (le contaminazioni allora erano già iniziate), un segnale di direzione, più precisamente lo “scorgere il modo in cui avvistare la via”.

Un’ulteriore indicazione di rotta verso il significato che ho voluto dare a questo simbolo è contenuto nella frase che lo accompagna.